News dicembre 2014 (Tendini lesionati e PRP)

TENDINI LESIONATI E PRP : SI ABBREVIANO I TEMPI DI RECUPERO E MIGLIORA LA FUNZIONALITA NEGLI ATLETI

Secondo uno studio tutto italiano appena presentato al convegno annuale della Radiological Society of North America (RSNA), l’infiltrazione sotto guida ecografica di plasma arricchito di piastrine (PRP) migliora la funzionalità e riduce i tempi di recupero negli atleti colpiti da una malattia degenerativa ai tendini.

Il plasma ricco di piastrine (PRP) è, in pratica, un concentrato di piastrine ottenuto a partire dal sangue prelevato dal paziente da trattare. Questo estratto piastrinico può essere poi attivato per permettere il rilascio una serie di molecole e di fattori che vanno a costituire la porzione attiva del preparato. Il prodotto viene quindi iniettato sotto guida ecografica nella zona di destinazione, dove stimola la crescita e la guarigione cellulare.

Negli ultimi tempi, questo trattamento ha acquisto una popolarità crescente tra gli atleti professionisti di svariati sport che cercano di evitare periodi prolungati di recupero o l’intervento chirurgico. Tiger Woods, Peyton Manning, Kobe Bryant e Rafael Nadal, per citarne alcuni, sono solo alcune superstar dello sport che negli ultimi anni si sono sottoposte alla terapia con PRP.

“Il PRP permette la rigenerazione dei tendini e la riduzione del dolore grazie alle sue proprietà rigenerative e antinfiammatorie” ha spiegato la prima firmataria dello studio Alice La Marra, radiologa dell’Università dell’Aquila.

La Marra e i suoi colleghi hanno recentemente valutato l’effetto del PRP in un gruppo di 50 atleti che avevano una tendinosi degenerativa nel tendine di Achille, che collega il muscolo del polpaccio al calcagno, e 30 che avevano una tendinosi del tendine rotuleo, che collega la rotula alla tibia. La tendinosi è comune negli atleti ed è causata dalla reiterazione di un ciclo di danno e riparazione. Inoltre, il tendine di Achille e quello rotuleo sono comuni sedi di tendinosi.

I partecipanti sono stati sottoposti a iniezioni ecoguidate di PRP ogni 21 giorni per un totale di tre trattamenti e lo stato dei tendini è stato valutato mediante risonanza magnetica (MRI) effettuata prima delle iniezioni e 30 giorni e un anno dopo l’ultimo trattamento. Inoltre, i ricercatori hanno utilizzato misure standard della funzionalità e del dolore per determinare la gravità della tendinosi.

I pazienti con tendinosi del tendine di Achille hanno ottenuto nel complesso un miglioramento dell’80% del dolore e del 53% della funzionalità dopo il trattamento con il PRP, mentre quelli con una tendinosi del tendine rotuleo hanno avuto un miglioramento del 75% del dolore e del 50% della funzionalità.

L’intensità del segnale alla MRI, che fornisce una misura dell’integrità del tessuto, si è normalizzata nel 90% dei pazienti trattati con PRP.

“Il nostro studio ha dimostrato che nei pazienti trattati con PRP c’è stato un miglioramento della funzionalità , una diminuzione del dolore e una normalizzazione dell’intensità del segnale nella MRI” ha riferito l’autrice. “Pertanto, la nostra esperienza dimostra che l’infiltrazione di PRP può essere una buona alternativa terapeutica per il trattamento della tendinopatia del tendine di Achille e di quello rotuleo negli atleti”.

L’attuale trattamento per le malattie degenerative questi tendini dipende dalla gravità della lesione, dall’età e dal grado di attività del paziente, ha spiegato La Marra, e le opzioni terapeutiche comuni comprendono la terapia fisica, i corticosteroidi e il chirurgia.

“Il nostro studio ha dimostrato che il PRP è l’opzione migliore. Rispetto alle altre terapie, infatti, permette un recupero più rapido e più efficiente” ha affermato la dottoressa, sottolineando poi che l’uso di corticosteroidi è rischioso per gli atleti professionisti, in quanto può provocare alterazioni dei test anti-doping.

“Considerando i risultati ottenuti in questi anni, ci auguriamo che l’uso del PRP nelle tendinosi diventi routine per i pazienti che praticano attività sportive, anche a livello agonistico” ha concluso l’autrice.