News ottobre 2014 (AI e Chirurgia Tendinea)

 

INFILTRAZIONE DI ACIDO IALURONICO E CHIRURGIA TENDINEA

La viscosupplementazione con acido ialuronico è un trattamento di provata efficacia e sicurezza per la gestione dell’artrosi, ma il suo impiego nel trattamento delle patologie tendinee è meno diffuso.

Un gruppo di ricercatori italiani dell’Università di Chieti, guidato da Michele Abate, ha quindi effettuato una revisione sistematica della letteratura, pubblicata di recente sulla rivista BioMed Research International per fare il punto sulle conoscenze attuali sull’argomento, valutando sia studi sperimentali sia studi clinici.

I dati ad oggi disponibili, concludono gli autori, suggeriscono che l’acido ialuronico è efficace nel prevenire le aderenze dopo gli interventi chirurgici, soprattutto a carico dei flessori delle dita, e al momento sono allo studio prodotti diversi e procedure differenti per definire quale sia l’opzione migliore. Inoltre, si evince dalla letteratura, sono stati ottenuti risultati positivi, ma non conclusivi, nel trattamento delle tendinopatie croniche.

Praticamente in tutti gli studi sperimentali effettuati dopo procedure chirurgiche per la riparazione di lesioni tendinee (maggiormente per lo più tendini di scorrimento, ovvero provvisti di guaina sinoviale) o per il trattamento di tendinopatie croniche – studi in cui si sono utilizzati modelli sperimentali diversi e preparazioni differenti di acido ialuronico – si sono ottenuti risultati positivi e si è osservata una minore formazione di adesioni e di tessuto di granulazione dopo la riparazione del tendine, meno aderenze e una minore resistenza allo scivolamento, nonché un miglioramento della guarigione del tessuto.

In questo caso, l’efficacia sembra in qualche modo essere correlata al tipo di acido ialuronico usato. Infatti, quello nativo sembra avere un effetto limitato in quanto l’emivita è troppo corta e l’eliminazione troppo rapida perché possa fungere da barriera fisica tra il tendine e la guaina sinoviale . Risultati migliori sono stati ottenuti usando un acido ialuronico cross-linkato ad alto peso molecolare (Hylan G-F 20), che ha un’emivita superiore.

I pochi studi eseguiti ad oggi sull’uomo, su tendini umani isolati confermano i risultati degli studi sull’animale e suggeriscono che il trattamento della superficie tendinea con l’acido ialuronico (modificato chimicamente o addizionato con lubricina) possano ridurre la resistenza all’escursione nella puleggia tendinea e nei tendini intra ed extrasinoviali facilitando la riabilitazione post-operatoria e migliorando gli outcome clinici. Nell’insieme, questi studi, suggeriscono che l’acido ialuronico diminuisce la resistenza all’escursione dopo la riparazione del tendine e può essere utile per la prevenire le aderenze.

Gli studi sperimentali suggeriscono che nella pratica clinica è possibile iniettare l’acido ialuronico nella guaina dei tendini flessori nel periodo post-operatorio. Tuttavia, ci sono pochi studi in letteratura sull’impiego delle infiltrazioni di acido ialuronico nella pratica clinica in questo setting.

Studi sull’effetto di questo trattamento dopo interventi sui tendini flessori indicano che le infiltrazioni di acido ialuronico hanno portato un aumento del movimento attivo complessivo e della funzionalità delle dita, che hanno consentito un recupero più veloce e un ritorno più rapido alle normali attività quotidiane e lavorative, senza influire sulla guarigione del tendine o della ferita, né aumentare le complicanze.

Analogamente, studi preliminari su pazienti sofferenti di disturbi dei tendini della spalla, del gomito e del ginocchio (tendine rotuleo ), sottoposti alle iniezioni intrarticolari di acido ialuronico, mostrano che la procedura ha portato a un riduzione del dolore e un miglioramento della funzionalità tendinea.

Per esempio, uno studio prospettico e randomizzato su 165 pazienti sofferenti del cosiddetto ‘gomito del tennista’ (epicondilite laterale cronica) e trattati con 2 infiltrazioni di acido ialuronico o placebo hanno mostrato una riduzione significativa del dolore sia a riposo sia dopo prove di funzionalità dopo 30 giorni, 3 mesi e un anno. Il trattamento è stato giudicato molto soddisfacente dai pazienti e ha permesso un ritorno più rapido all’attività sportiva.

L’esperienza sull’uso dell’acido ialuronico nelle patologie dolorose della spalla è più consistente, sebbene gli studi non presentino un elevato rigore metodologico. Pazienti con diversi disturbi della cuffia dei rotatori sono stati trattati con acido ialuronico confrontato con placebo o con trattamenti attivi.

In generale, questi studi hanno mostrato un effetto terapeutico superiore rispetto al placebo, mentre non hanno evidenziato differenze significative rispetto agli altri trattamenti attivi, come le infiltrazioni di steroidi o la terapia fisica.

In linea generale, osservano Abate e i colleghi, l’effetto benefico dell’acido ialuronico può essere attribuito alla sua attività antinfiammatoria ed antinocicettiva, oltre all’azione di lubrificazione sulla superficie di scivolamento del tendine.

Tuttavia, segnalano gli autori, in alcuni studi, soprattutto nei pazienti affetti da tendinopatia degenerativa, il farmaco non è stato iniettato direttamente all’interno del tendine degenerato, ma nelle vicinanze e/o nello spazio articolare. Pertanto, scrivono, “si può ipotizzare che le modificazioni del liquido sinoviale possano esercitare un effetto positivo sul tendine stesso, ma non si può escludere che il miglioramento clinico possa essere secondario all’effetto positivo sull’artrosi, che spesso è associata ai disturbi tendinei”.

M. Abate, et al. The Use of Hyaluronic Acid after Tendon Surgery and in Tendinopathies. BioMed Research International 2014;